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STORIA
Introduzione | Le origini | Cenni storici

Introduzione Torna su

CefalùLa città di Cefalù, l'antica Kephalodion - termine greco riferente a capo, che in questo caso si riferisce alla conformazione naturale della roccia che domina il sito che accoglie la città - si trova in una posizione privilegiata nella provincia Palermitana, costruita attorno ad una rocca massiccia ed imponente che nel corso dei secoli ha sempre svolto un ruolo difensivo.

Cefalù è uno dei 15 Comuni siciliani rientranti nel famoso Parco delle Madonie, importante centro non solo naturalistico ma anche storico perchè in esso sono preservate le testimonianza del passaggio umano nella zona nel corso dei millenni, passaggio testimoniato dai reperti relativi a masserie, chiesette rupestri, mulini ... Il ritmo vitale presente nella zona è certamente fuori dalla norma e presenta il fascino di altri tempi, dell'artigianato locale e della tradizione contadina millenaria. Il tutto è sapientemente unito al fascino e alla bellezza naturalistica della vegetazione che rientra nel Parco.

Una città come Cefalù colpisce per il suo fascino dato dalla sua posizione eccezionale, dalla sua meravigliosa cattedrale romanica che emerge da un groviglio di stradine labirintiche e dai vari elementi medievali qui custoditi, a partire da quelli presenti lungo i pendii che vanno dalla Rocca a Corso Ruggero, zona comprendente ad esempio piccole ma suggestive strade ed archi che legano le varie costruzioni.

Oggi la città è un centro turistico-balneare ben attrezzato con villaggi turistici, alberghi e ristoranti, ma non va scordato tutto il suo passato storico davvero importante e ricco di riferimenti romani e soprattutto normanni, come non va scordata la sua forza di sapersi sempre aggiornare nel corso dei secoli in base alle varie esigenze del momento dandosi ogni volta un nuovo assetto urbanistico.

Le origini Torna su

Sulle sue origini si sta ancora discutendo, ma pare che la città sia originata verosimilmente da un centro indigeno che si sviluppò grazie ai contatti con le varie popolazioni che a partire dal V secolo A.C. dominarono economicamente e politicamente le zona.

Cenni storici Torna su

In questa famosa città siciliana si possono ammirare innumerevoli reperti archeologici come i ruderi di un vecchio castello, il Duomo famoso per i suoi mosaici, il Palazzo Mandralisca, sede dell'omonimo Museo e custodia di pregiate opere d'arte e, sulla rupe che sovrasta l'abitato si trovano i resti di un santuario megalitico, detto Tempio di Diana, che risale al IX secolo a.C. e che, insieme ad altri documenti di vita preistorica attesta la presenza di un insediamento nel luogo già in epoca pre-ellenica.

Scavi ben orchestrati hanno permesso di ricostruire la storia cittadina sin dalle sue remote origini quando il centro era chiamato, come si è già detto in precedenza, Kephaloidion ed aveva contatti con i centri ellenistici dell'isola, ma anche nel suo periodo medievale e moderno. Tali scavi hanno permesso di attestare la presenza umana nel sito già dalla preistoria. I pochi ma interessanti reperti più antichi da considerare sono stati rinvenuti prevalentemente nelle grotte "delle colombe" e "delle giumente" e nella cisterna dolmenica inclusa nel Tempio di Diana e relativa al IX secolo A.C..

Del Tempio di Diana qui si possono dare dei cenni riferibili alla possibile costruzione originaria dell'edificio stesso che, pare, sia stato realizzato all'atto dell'impianto del frourion e successivamente restaurato. Pare che la sua costruzione è databile al V secolo A.C.. Il suo ruolo religioso svolto nel corso degli anni è attestato dalla presenza di vari reperti relativi a Chiesette bizantine. La sua struttura è detta megalitica e presenta attualmente una forma poligonale a grossi blocchi, vari ambienti ed un corridoio che conduce all'unico accesso con architrave monolitico.

Gli studi dei documenti storici attestano che nel 396 A.C. gli abitanti della fortezza di Kephalodion si allearono con il generale cartaginese Imilcone. Successivamente, allorchè l'espansione cartaginese in Sicilia fu arrestata da Dionigi il Vecchio, Cefalù cadde in mano di Siracusa.
Dopo alterne vicende, durante la prima guerra punica, fu conquistata, nel 254 A.C., dai Romani che le cambiarono anche il nome in Cephaloedium. Sotto la dominazione romana, però, la città non conobbe un periodo di crescita, ma fu invece ridotta allo stato di civitas decumana.
Con l'avvento di Augusto Cefalù divenne città stipendiaria, ma occorre sempre tener presente lo stato di sudditanza e di scarsa importanza mantenuta dalla città in maniera costante durante questo periodo.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente la città indietreggiò notevolmente, nel senso fisico proprio del termine visto che la sede urbana costruita precedentemente lungo le coste andò progressivamente in rovina per dare spazio alla nascita di un nuovo sito urbano nella Rocca.

Diversi sono i reperti presenti nella zona ed attestanti, tra l'altro, proprio il periodo ellenistico-romano della località. Tra questi si possono citare innanzitutto le mura di fortificazione, il Tempio di Diana presente nella Rocca, i resti di alcune strade che colpiscono soprattutto per la loro ricca pavimentazione e che attualmente presentano una organizzazione urbanistica molto regolare e la presenza di vicoli medievali, la necropoli con numerose tombe, alcune delle quali monumentali, che abbracciano un periodo storico che va dal IV al I secolo A.C..

La cinta muraria di fortificazione che, nonostante la sua antichità, è ancora in un buono stato di conservazione e contribuisce a dare a Cefalù un aspetto di roccaforte inespugnabile. La sua struttura è completata dalla presenza di torrette e bastioni dei quali occorre citare i resti di una torre la cui parte inferiore è stata inglobata nella Chiesa della Madonna della Catena ed il bastione Marchiafava.
La parte meglio conservata, anche grazie a lavori di ristrutturazione prolungatisi nei secoli, della cinta muraria di fortificazione è quella a nord dove si possono ammirare dei resti rinvenuti attraverso degli scavi archeologici.
Altro aspetto della cinta muraria è la presenza della Porta Marina o Pescara la solitaria superstite delle storiche ed originarie quattro porte che interrompevano la cinta muraria stessa e che permettevano l'ingresso in città.
Le mancanti porte d'accesso erano denominate "Porta Terra", "Porta d'Arena o d'Ossuna", "Porta della Giudecca". La superstite è costituita da un arco gotico e permette la visione di un bel panorama a ridosso sul mare.

Le strade sono ricordate principalmente per la loro pavimentazione molto ricca e della quale occorre ricordare quella d'età augustea presente sotto il Duomo cittadino e quella a ciottoli relativa al IV secolo A.C. sempre vicina al Duomo.
L'attuale struttura viaria cittadina prevede una via principale, il corso Ruggero, che taglia in due la città e che offre al visitatore la possibilità di immergersi in due differenti sezioni cittadine, un quartiere medievale da una parte caratterizzato da un dedalo di viuzze e paesaggi ed un altro quartiere dalla conformazione viaria più regolare rispetto alla precedente. In una successiva ed ulteriore via attuale cittadina si può ammirare la già citata Porta Marina ed anche i resti di un antico lavatoio medievale, denominato comunemente " 'U Ciuni" [il fiume], utilizzato fino a qualche decennio fa e sulle cui origini si sta ancora discutendo perchè le sue probabili origini medievali non sono state provate in maniera certa. Scendendo dalle scale ricavate utilizzando la pietra lavica si entra in una stanza caratterizzata da un tetto molto basso ed una volta. All'interno si possono ammirare delle bocche presenti nelle pareti della stanza e che permettono l'accesso dell'acqua contenuta con difficoltà dal sito. Sotto la costruzione si ha la presenza di una sorta di cava che permette all'acqua di arrivare al mare. In prossimità del lavatoio si ha la possibilità di ammirare le terme conosciute col termine di "Il bagno di Cicero", espressione che dà anche il nome alla piazza adiacente.
Da citare sono, poi, i resti di antiche abitazioni, e cioè degli ambienti riferibili ad almeno tre abitazioni molto antiche riconducibili al III-II secolo A.C.. L'importanza storica di questi ambienti è attestata ulteriormente dal ritrovamento in uno di essi di una sorta di giara contenente delle monete di bronzo risalenti alla fine del IV secolo A.C.. Tra gli altri reperti relativamente più recenti si può citare un pavimento musivo risalente alla fine del IV secolo A.C.. Esso presenta delle figure vegetali ed animali tra le quali spicca un colombo che beve direttamente dalla ciotola della vita eterna.
Anche la necropoli ellenistica ha ovviamente la sua importanza storica provata dalla presenza di alcune iscrizioni. Parte delle iscrizioni ritrovate nella necropoli meridionale della città sono attualmente preservate nel già citato Museo Comunale Mandralisca.

Altra dominazione subita dalla zona è quella araba iniziata nell'858 durante la quale la città fu annessa all'emirato palermitano e cambiò nome in Gafludi.

Occorre arrivare alla successiva dominazione avvenuta con l'arrivo del nobile normanno Ruggero II - nel 1063 - per vedere rifiorire il nucleo urbano delle coste, evento che comunque portò delle notevoli modifiche urbanistiche ed organizzative del sito precedente, e per tornare allo splendore antico.

È proprio grazie all'avvento dei Normanni che la città conobbe un periodo di maggiore splendore divenendo, ad esempio, centro vescovile, evento che comporta sempre dei privilegi economici e politici.

Del passaggio normanno nel sito si hanno innumerevoli prove certe attestate, ad esempio, dal Duomo, o meglio, la Basilica-cattedrale arabo-normanna e l'Osterio Magno.

L'Osterio Magno probabilmente fu la Residenza Imperiale di Ruggero II ed attualmente è stata restaurato e riaperto come luogo pubblico.
Gli elementi architettonici e strutturali della residenza evidenziano l'evoluzione temporale che la costruzione ha subito. La struttura si compone, infatti, di due differenti parti divise dal tempo. La parte più antica è quella realizzata in pietra lavica e dorata e risalente alla fine del 1200. Una seconda e successiva parte della costruzione è costituita da una torre quadrangolare.

La città godette di una larga prosperità economica fino alla seconda metà del XII secolo, ma cominciò a decadere allorchè nell'isola scoppiarono le lotte civili, prima fra i sostenutori degli Svevi e quelli degli Angioini, poi di quest'ultimi con quelli frgli Aragonesi.
Nell'imperversare delle contese, fu ripetutamente in balìa della famiglia Ventimiglia, una delle più potenti del regno.

Fu afflitta da sanguinose discordie internet anche durante la lotta fra la regina vicaria Bianca di Navarra e Bernardo Cabrera (1410-1412).

Con il rientro del demanio regio (1451) conobbe un rinnovato periodo di floridezza e acquistò rinomanza per il suo Studio di diritto fino al 1533, anno in cui la gelosa Catania ne ottenne la sospensione.

Nei secoli successivi le vicende storiche di Cefalù si mescolano a quelle del resto di tutta la Sicilia.

   

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